LAURA CASNAGHI | PERCHE’ TU DORMI E IO NO? I disturbi del sonno: conoscerli, prevenirli e curarli
227
post-template-default,single,single-post,postid-227,single-format-standard,nouveau-core-1.0.6,ajax_fade,page_not_loaded,,wpb-js-composer js-comp-ver-6.9.0,vc_responsive

PERCHE’ TU DORMI E IO NO? I disturbi del sonno: conoscerli, prevenirli e curarli

PERCHE’ TU DORMI E IO NO? I disturbi del sonno: conoscerli, prevenirli e curarli

DOVE E QUANDO_ Il 2 OTTOBRE alle ore 21.00 parleremo dei disturbi del sonno. In Via Al Piemonte 147, presso il mio studio (vicino alla Farmacia Gasco, che a seguire offrirà un piccolo rinfresco).

DI COSA PARLEREMO_ I disturbi del sonno non consistono solo nell’insonnia, sebbene questa sia la situazione clinica più diffusa e conosciuta.

Presenterò tutti i disturbi del sonno riconosciuti dall’APA, l’associazione degli psichiatri americani, che nel 2014 hanno pubblicato la versione aggiornata del MANUALE DIAGNOSTICO E STATISTICO DEI DISTURBI MENTALI (DSM 5).

In particolare, vedremo per quali disturbi ci si deve rivolgere a un medico e per quali a uno psicologo.

Infine approfondiremo l’insonnia, disturbo per il quale le linee guida prescrivono come preferibile l’intervento psicoterapeutico cognitivo comportamentale  (CBT-I).

dal Giornale di Medicina Clinica del Sonno: le linee guida della pratica clinica per il trattamento dell’insonnia cronica negli adulti. (2017)

Clinical Practice Guideline for the Pharmacologic Treatment of Chronic Insomnia in Adults: An American Academy of Sleep Medicine Clinical Practice Guideline

La farmacoterapia è uno dei due principali approcci al trattamento, l’alternativa sono le terapie comportamentali cognitive per l’insonnia (CBT-I), già identificate come standard di trattamento. Questo documento non affronta direttamente i relativi vantaggi di questi due approcci. Piuttosto, le conclusioni e le raccomandazioni riguardanti la farmacoterapia devono essere considerate nel contesto di specifici obiettivi di trattamento, comorbidità, risposte precedenti al trattamento, disponibilità, sicurezza, preferenza del paziente e considerazioni sui costi. Nonostante il rapporto beneficio-rischio chiaramente evidente per la CBT-I, non tutti i pazienti con una malattia da insonnia possono trarre beneficio da questo trattamento da soli. Questo fallimento può derivare dall’impossibilità di accedere a tale trattamento (a causa di disponibilità, contenimento dei costi, ecc.), incapacità o mancanza di volontà a partecipare alla terapia. Pertanto, la terapia farmacologica, da sola o in combinazione con CBT-I, deve continuare a essere considerata parte dell’armamentario terapeutico, poiché attualmente è pari a circa il 25% della popolazione. Sfortunatamente, molte persone usano farmaci o sostanze (ad es. antidolorifici o alcolici) che non si dimostrano efficaci nella gestione dell’insonnia e / o che hanno un potenziale significativo di danno.”

Da questo documento, risulta che la terapia cognitiva comportamentale per l’insonnia (CBT-I) sia il trattamento d’elezione (preferibile!) per l’insonnia cronica e che il trattamento con i farmaci sia da ritenersi necessario se:

-non c’è nessuno psicologo che offra il trattamento

-il paziente non possa permettersi o non voglia affrontare la psicoterapia

-impossibilità di recarsi a fare psicoterapia.

L’articolo, che ha lo scopo di presentare le migliori cure farmacologiche a seconda del tipo di insonnia, riporta che molte persone che usano farmaci tuttavia dovrebbero preferire la terapia CBT-I o almeno scegliere di seguire un percorso CBT-I insieme al farmaco. Perchè “Sfortunatamente, molte persone usano farmaci o sostanze (ad es. antidolorifici o alcolici) che non si dimostrano efficaci nella gestione dell’insonnia e / o che hanno un potenziale significativo di danno“.

Sateia MJ, Buysse DJ, Krystal AD, Neubauer DN, Heald JL. Clinical practice guideline for the pharmacologic treatment of chronic insomnia in adults: an American Academy of Sleep Medicine clinical practice guideline. J Clin Sleep Med. 2017;13(2):307–349.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27998379